Restare a casa circondato dagli affetti famigliari e metter su famiglia con la serenità offerta da un lavoro e uno stipendio sicuri, oppure partire in mare alla ricerca di quella libertà e quelle avventure che avevano riempito i sogni dell’infanzia? E come spiegare alla madre e alla moglie quest’inquietudine esistenziale che spinge ad abbandonare la sicurezza per affrontare l’ignoto? Sono questi i dubbi che tormentano Mario, e che lo portano a dare grossi dispiaceri alle due donne più importanti della sua vita. La madre, Maria, si farà carico anche di questi, come si è sempre fatta carico dei dispiaceri della famiglia e persino di quelli dei vicini. Invece Lucia, la moglie, si ribellerà alla volontà del marito che la priva dei suoi sogni di moglie e di madre, giungendo a compiere una scelta estrema, che scuoterà profondamente le coscienze di una cultura ancora legata a certi valori tradizionali. Può sembrare l’intreccio di una tragedia, ma Giovanna Pulzoni lo sa portare avanti con leggerezza e ironia, facendolo convivere con personaggi e situazioni decisamente divertenti. Una miscela equilibrata di comicità e commozione che per certi aspetti ci ricorda il teatro di Eduardo De Filippo.
Per la prima volta viene pubblicata un’opera in dialetto riminese applicando a questo dialetto il sistema ortografico messo a punto dal glottologo Daniele Vitali, e utilizzabile con opportune varianti per tutti i dialetti romagnoli. L’analisi della fonologia del dialetto riminese è stata compiuta dallo stesso D. Vitali in collaborazione con Davide Pioggia, che ha anche curato la trascrizione ortografica dell’opera. I metodi e i risultati di questa ricerca, assieme alle soluzioni ortografiche che si sono adottate per scrivere il riminese, vengono estesamente illustrati in un capitolo introduttivo scritto dagli autori di queste ricerche.