«[...] questo e un libro che può appassionare tutti.

Chi si interessa di linguistica, e in particolare di dialettologia, si prepari ad assistere allo spettacolo di una popolazione che, benché sia sempre stata considerata ignorante e selvaggia da chi l’ha descritta dall’alto della sua cultura forbita, a partire dal latino volgare che fu portato fin qui dai coloni e dalle legioni, ha saputo plasmare una lingua straordinariamente sofisticata da tutti i punti di vista [...].

Chi invece e interessato all’antropologia troverà nei testi di Tonina la storia e il ricordo di una comunità che doveva confrontarsi ogni giorno con un ambiente naturale assai ostico e talvolta ostile, e che tuttavia con questo ambiente aveva saputo stabilire un rapporto di grande armonia, fatto di ritmi e usanze trasmessi per secoli di generazione in generazione.

Chi infine e piu attento ai sentimenti e alle emozioni troverà in queste pagine la “storia d’un’anima” che viene strappata dalle sue radici e dagli affetti primari, e che anziché crogiolarsi nella nostalgia reagisce, anche con piacevole ironia, trasformando la propria vicenda personale in una riflessione universale sul rapporto dell’uomo col tempo che passa».

dalla Prefazione di Davide Pioggia

«La Diocesi di Sarsina, eretta nel IV secolo, fino a qualche tempo fa comprendeva ben cinquantaquattro parrocchie, tra le quali era compresa anche Careste. Careste: che nome singolare per una località, che da meta degli anni Sessanta conta zero abitanti! Rimangono solo monti, una strada maestra tracciata sul crinale che li unisce e dalla quale partono numerosi sentieri, ruderi di case sparse, chiese precipitate e campi abbandonati. Il territorio della parrocchia di Careste e compreso tra i 400 e gli 800 metri d’altitudine e offre un panorama unico».

da Careste, di don Daniele Bosi